L’ultimo saluto a Bonaventura Fiorillo, il cordoglio della BpC

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Sono stati celebrati questa mattina, 20 agosto, nella Chiesa di S. Elia Fiumerapido, i funerali di Bonaventura Fiorillo, già Direttore generale e Consigliere di Amministrazione della Banca Popolare del Cassinate.

Tante le persone che hanno partecipato alle esequie: semplici cittadini, i membri del Comitato Festa di Casalucense – nel quale Fiorillo, uomo di grande fede cristiana, è stato sempre molto attivo -, tantissimi dipendenti ed ex dipendenti della Banca, rappresentanti del CdA e del consiglio di Amministrazione. Presente, naturalmente, il Presidente della BPC Vincenzo Formisano.

Fiorillo è stata una delle colonne portanti della storia della BPC. Aveva iniziato a lavorare in banca nel 1973. Era diventato Responsabile dell’Ufficio Contabilità, nel quale aveva fatto crescere professionalmente diversi giovani che, a loro volta, nel tempo, hanno fatto un importante percorso professionale all’interno della BPC e sono diventati punti di riferimento della banca. Nel 1992 era diventato Direttore Generale, carica che ha mantenuto fino al 2011 anno in cui, per sopraggiunti limiti di età, aveva lasciato questo incarico per essere nominato consigliere di Amministrazione della BPC. Aveva partecipato all’ultimo CdA, lo scorso 6 agosto, con la consueta attenzione che da sempre ha caratterizzato il suo impegno in banca, fatto di professionalità, competenza, dedizione, passione.

Sono stati questi gli aspetti che ha voluto ricordare il Presidente Formisano nel suo intervento, nel quale, però, accanto agli aspetti professionali, ha voluto sottolineare anche tanti aspetti personali, di una lunga amicizia che ha unito le famiglie Formisano e Fiorillo.

«Ricordare il percorso professionale in banca del Direttore Fiorillo – ha detto il Presidente Vincenzo Formisano – è come riavvolgere il nastro della vita. Ho conosciuto Bonaventura Fiorillo nel 1970, quando avevo 7 anni. Abitavamo nello stesso palazzo. Da allora sono passati, anzi: volati!, 54 anni. Con mio padre, Donato, nacque subito un’amicizia profonda. Mi piace dire che tra loro sia scoccata quasi una scintilla. Le qualità morali, lo spirito di sacrificio e la grandissima professionalità di Bonaventura Fiorillo colpirono moltissimo mio padre, che convinse Fiorillo ad aiutarlo nella gestione della contabilità del suo negozio di autoricambi. Ricordo ancora la velocità impressionante con cui Bonaventura usava la calcolatrice, ricordo le loro serate insieme a controllare la contabilità e a discutere di affari, fino a quando mio padre lo convinse a partecipare alle selezioni che si sarebbero tenute di lì a poco in Banca Popolare, nelle quali, inutile dirlo, Fiorillo ottenne il primo posto: il giovane più preparato e brillante.

Entrò in banca nel 1973 e da allora la banca è stata la sua seconda famiglia. Quel giovane impiegato in poco tempo si è guadagnato la stima di tutti: colleghi e amministratori, nessuno escluso.

E’ stato un punto di riferimento indiscusso, un carattere a volte spigoloso, ma sempre schietto, leale, diretto e, soprattutto, ancorato a saldi principi morali supportati da una grande fede cristiana. In tanti anni di collaborazione professionale è cresciuta anche un’amicizia profonda tra le nostre famiglie, fatta di tanti momenti conviviali e tante giornate serene, nelle quali non mancava mai il tempo dedicato alla banca. Fiorillo nutriva una vera e profonda passione per il suo lavoro e ha amato profondamente la banca, seconda solo alla famiglia che ha sempre considerato “sacra”.

La dedizione al lavoro è stata manifestata, ancora una volta, nell’assemblea dei soci di quest’anno, lo scorso 11 maggio, quando, nonostante le condizioni di salute difficili, non ha voluto far mancare a tutti noi il suo appoggio e con un filo di voce mi ha detto: “non potevo mancare”. Ecco, questo il ricordo che porterò dentro di me, insieme a quelli di una vita in cui la sua famiglia è diventata la mia e viceversa. Per questo non posso che esprimere la mia più sincera e affettuosa vicinanza alla moglie Paola, ai figli Giuseppe (anche lui parte della famiglia BPC) e Paolo, alle nuore, ai nipoti, ai parenti tutti.

 Spesso si dice, riferendosi alle persone care che muoiono, che lasciano un vuoto incolmabile. In parte è vero, perché non c’è più la fisicità di un rapporto quotidiano; ma persone come Bonaventura Fiorillo saranno sempre presenti tra di noi, con il ricordo, con i loro insegnamenti, con il loro esempio. L’ultimo esempio è stato il suo invito, rivolto ai familiari negli ultimi momenti della sua vita, a pregare e a non abbattersi.

Ora mi piace immaginare “il Direttore”, il carissimo Bonaventura, con mio papà a parlare di banca e della splendida famiglia che ha creato e sono certo che da lassù continueranno a vegliare su di noi».

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