Roma, Istituto salesiano Pio XI, Sala San Domenico Savio; abbigliamento casual, di fronte oltre 50 ragazzi del servizio civile universale presso l’ispettoria dell’Italia centrale pronti ad ascoltare la sua testimonianza.
L’ex sindaco di Cassino non si smentisce. Sereno, coinvolgente, preciso. Presenta se stesso, la sua storia, la sua famiglia (allargata alla cagnolona di 4 anni). Spiega il perché del nome suo e dei figli con chiaro riferimento mariano.
L’inizio sembra abbastanza normale, la guerra in Medio Oriente, la guerra in Ucraina con le immagini delle distruzioni … E allora spiega i ragazzi cosa è successo 80 anni fa a 135 km da Roma. Sono i video che ben conosciamo della distruzione della nostra amata Abbazia e della nostra splendida città di Cassino.
“Sono passati solo 80 anni e siamo ad un’ora e cinquanta di treno da qui. La guerra non è poi così lontana”. Legge una pagina del libro di Gino Salveti ed una di quello di Antonio Grazio Ferraro. Silenzio in sala, qualche occhio lucido e grande attenzione, anche da parte di Don Maurizio Palomba, il salesiano che coordina queste attività è che negli anni novanta ebbe proprio l’ex sindaco come suo “ragazzo” del servizio civile.
Racconta la sua esperienza in quell’anno trascorso presso il centro di accoglienza dei Minori a rischio presso il Sacro Cuore di via Marsala. E via discorrendo la sua esperienza amministrativa di ingegnere ed anche quella da sindaco.
Coinvolge i ragazzi sia sulla situazione economica dell’ente con il dissesto finanziario ma soprattutto con gli esempi relativi ai servizi sociali e alla sua attività di legale rappresentante e tutore dei minori che gli venivano affidati.
Un’ora e mezza tutta d’un fiato, le domande coinvolgenti dei ragazzi le sue risposte e la certezza di aver dato loro la dimostrazione di cosa voglia dire per un amministratore pubblico e politico la parola responsabilità.
Questo era il tema che doveva trattare, la responsabilità.
