E niente, non c’è isola pedonale, piazza o fantasioso intervento nel segno della lotta alle polveri sottili che tenga. Ora magari ci diranno che non è per la qualità dell’aria che qualcuno ha fatto qualche intervento, peraltro maldestro, in città. Fatto sta che torna l’incubo pm10 come ogni fine novembre da un bel po’ di anni. Incubo che ha portato Cassino ad avere anche la palma di città più inquinata d’Italia, era Natale, quello del 2015. “Ogni respiro è stato un veleno” sembra il titolo di una canzone, ma queste erano le amare parole dell’ambientalista Edoardo Grossi di qualche anno fa.
Una settimana “nera”
Morale della favola: dal 27 novembre al 1 dicembre scorsi Cassino ha superato i limiti di guardia per quanto concerne le pm10. Ce lo dicono, ovviamente, i dati relativi alla qualità dell’aria di Arpa Lazio. Date che hanno fatto salire le giornate di sforamento annuale da 38 a 43. Il limite massimo è 35, ma c’è tolleranza fino a 50. E le premesse non sono di certo buone mancando ancora 28 giorni alla fine dell’anno. Tradizionalmente, infatti , la città martire ha dato “il meglio di se” nei giorni intorno al Natale e al Capodanno, dove dentro casa i termometri segnano 25 gradi e fuori invece la temperatura è di 1 o 2 gradi. Forse è proprio qui il problema, come spesso alcuni esperti hanno sottolineato ogni qual volta si erano registrati valori al di sopra della norma. Circostanze che indussero il Sindaco Carlo Mario D’Alessandro ad emanare dal 2016 al 2018 tre ordinanze per motivi urgenti e di salute pubblica che disponevano l’abbassamento della temperatura delle caldaie in tutti gli edifici pubblici di due gradi e, ovviamente, raccomandavano, nelle abitazioni, di non superare i 21 C°.
Tanto che il giornalista Alberto Simone, il 18 dicembre 2018, su Ciociaria Oggi scriveva: “Va infatti evidenziato che da quando D’Alessandro è al timone delle città il problema dello smog è diminuito rispetto all’allarme rosso degli anni scorsi….”. E nonostante i solleciti degli imbientalisti spiegava: “…quando mancano solo due settimane alla fine del 2018 Cassino è a quota 24 (sforamenti ndr), dunque non c’è un vero allarme”.
Forse un caso
Sarà stata una coincidenza, ma nel 2017 e nel 2018 i danni furono contenuti e addirittura nel 2017 Cassino non superò nemmeno i giorni di sforamento annuali relativi alle pm10, che furono, infatti, 31. Nel 2018 si superò il limite (35), ma non la tolleranza (50), le giornate da bollino nero furono soltanto 37. Oggi siamo già a 43 e l’anno scorso furono 56, esattamente come nel 2021. E’ logico che i limiti imposti da oltre dieci anni al traffico hanno consentito di limitare i danni, come è vero che l’isola pedonale può essere un palliativo, ma non di certo una soluzione a una situazione ambientale che sembra dipendere non solo dal numero delle auto che transitano in centro.