Settembre 2017. La responsabile della ragioneria va dall’allora sindaco Carlo Maria D’Alessandro per chiedergli di tagliare nelle spese del comune 6,8 milioni di euro, altrimenti il bilancio non avrebbe potuto quadrare.
Ne segue una drammatica riunione di maggioranza, estremamente tesa, ed è forse proprio in quel momento che si incrina qualcosa nell’amministrazione di centro-destra guidata dal sindaco D’Alessandro che tira dritto per la sua strada.
D’Alessandro e Schimperna trovano un’altra volta la quadra e salvano le casse del Comune.
Aria tesa
A dicembre i dirigenti si presentano con nuovi debiti fuori bilancio. L’aria a Palazzo si fa sempre più tesa. Insieme all’assessore Schimperna decidono di seguire un percorso. In pochi giorni convocano i dirigenti, consegnando la solita lettera di fine anno con la quale chiedono se sono presenti ulteriori debiti fuori bilancio. Gli ignari dirigenti la prendono, sorridono, la firmano per presa visione e fanno per andarsene ma il sindaco D’Alessandro li ferma, e senza sorridere informa che quelle lettere a loro consegnate per presa visione sarebbero state impacchettate e trasmesse per conoscenza alla Corte dei Conti.
Guadato il fiume
Seguono cinque minuti di silenzio tombale, di un mutismo selettivo mai visto prima.
Non c’è altra soluzione che attestare l’esistenza di milioni di euro di debiti sia certi, liquidi ed esigibili che potenziali.
Il resto è storia di giorni nostri. La dichiarazione di dissesto, l’avversità dell’ex assessore al bilancio ora sindaco Enzo Salera, la caduta dell’amministrazione, l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato di D’Alessandro, la nomina della OSL che stabilisce che non c’era altra soluzione, le criticità emerse nei bilanci 2007 e 2011-2012 con prescrizione della Corte dei Conti.
D’Alessandro aveva guadato il fiume sapendo che ci sarebbero stati mulinelli, correnti avverse e ogni altra trappola. Ma ha resistito ed ora anche il Ministero dell’Interno gli ha dato ragione.
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