Un fiume di gente, in centinaia si sono ritrovati a Montecassino per l’estremo saluto a Gianrico Ranaldi, prematuramente scomparso a pochi giorni dal suo cinquantesimo compleanno. La cattedrale ha accolto i numerosi familiari, i colleghi di una vita, i moltissimi amici. Ma anche tante istituzioni politiche, universitarie.
Presenti il sindaco di Cassino, il procuratore del Tribunale e il presidente dell’ordine forense della città martire, il rettore dell’Unicas. Persone arrivate da tutta la regione, da tutta Italia. Tanti, tantissimi i cassinati che hanno scelto di esserci. L’immensa cattedrale di Montecassino non è riuscita ad accogliere tutti, così che molti sono rimasti fuori. Un dolore immenso, una perdita ingiusta. Soprattutto per la famiglia, la moglie, le figlie, la madre e la sorella.
Le parole dell’Abate Fallica
L’abate Dom Luca Fallica nell’omelia ha “raccontato” Gianrico. “Non ho avuto la fortuna di conoscere Gianrico ma in questi giorni ho potuto farlo grazie alle testimonianze. Il più delle volte la morte rivela la qualità di una persona il suo spessore umano i valori di tutto ciò che ha vissuto negli anni della sua esistenza. Anche quando si tratta di una vita spezzata troppo presto. Davanti a tutto quello che avrebbe potuto vivere ancora. È un sentimento vero e giusto rimpiangere quello che avrebbe potuto vivere. Ma è altrettanto giusto ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per la sua famiglia, i suoi amici, i suoi studenti.
“Una vita vissuta fino in fondo, – ha continuato l’Abate – con passione con amore, con competenza, porta frutti anche nella morte. Se il chicco di grano caduto in terra muore produce molti frutti. Questo Gesù lo dice di se stesso e della propria morte ma lo dice anche per noi, e lo dice in questo momento per Gianrico. In questo momento la nostra vita e la nostra morte acquistano un altro valore. È difficile in questo momento capirlo perché il dolore è forte e tutto ci sembra ingiusto. Tuttavia Gesù ci chiede di credere che tutto questo abbia senso. Frutti importanti nella vita così come nella morte. Gianrico era un uomo generoso, appassionato e lungimirante nel suo lavoro e nella sua attività di docente. E come il chicco di grano tutto quello che lui ci ha lasciato, attraverso la sua testimonianza, può dare ancora molto a tutti noi”.
Un silenzio solenne, compostezza e tantissime lacrime in un momento di così profondo dolore. Ognuno dei presenti legato a Gianrico per un motivo piuttosto che per un altro, un uomo particolarmente rispettato che tanto ha dato a chi lo circondava. Un funerale importante, celebrato nella casa di San Benedetto, caso più unico che raro per persone che non appartengono alla comunità monastica. Ma il rapporto che Gianrico aveva con Montecassino, non solo sul piano lavorativo, era davvero molto profondo. È così che il territorio ha voluto salutare, per l’ultima volta, Gianrico. Il padre, il marito, il figlio, il fratello, l’avvocato, il docente, l’amico. L’uomo.