Provinciali: non dire gatto se non ce l’hai nel Sacco

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Alla fine a farne le spese è stata l’immagine del Sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco. Ma sulla sua candidatura alla presidenza della Provincia di Frosinone, andata in malora, ci sono le impronte digitali di tre autorevoli esponenti politici: Massimo Ruspandini (FdI), Francesco De Angelis (PD) e Claudio Fazzone (FI). Sarebbe stato uno dei più grandi inciuci della storia politica del territorio: una coalizione composta da una parte di Fratelli D’Italia – perché di certo il deputato ceccanese può sbattersi quanto vuole  ma non rappresenta l’interezza del partito, una parte del Pd e Forza Italia. 

Nel meccanismo qualcosa però si è inceppato, soprattutto perché dall’altra parte il Sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, altro pretendente al “trono” di Piazza Gramsci, e il suo mentore Nicola Ottaviani non sono di certo degli sbarbatelli e da anni dimostrano di essere andati ben oltre il «Cumpà è pronta la colla?» di qualche militante attacchino ripulito. 

L’inciucio

In molti hanno titolato che la candidatura del povero Sacco era frutto di un accordo Ruspandini-De Angelis, magari comprendente anche un interscambio o un patto di non belligeranza alle prossime regionali, dove il primo sta puntando tutte le fisches sul cavallo Daniele “Do Va va” Maura. Il triunvirato si è completato con l’arrivo del pontino Fazzone che nutrendo una fortissima allergia (al limite dello shock anafilattico) al redivivo Mario Abbruzzese è in grado anche di squarciare le vele ad una coalizione con il vento in poppa come quella del centrodestra. «Dovete votare Sacco», è sempre stato di poche parole al telefono Fazzone. L’ordine era perentorio per gli amministratori di Fi che, di certo, non potevano essere catapultati in un’esperienza sensoriale del genere su imposizione degli scagnozzi azzurri locali. C’era bisogno della voce del padrone. 

Fratelli d’Italia chi?

La fuga in avanti di Ruspandini su Sacco, ad oggi, però, invece di aggregare amministratori e voti ponderati, non ha fatto altro che acuire il malcontento all’interno di FdI. Nel leggere gli articoli di stampa che citavano il partito come primo sostenitore della candidatura di Sacco hanno sempre reagito con uno stupito: «Ma Fratelli D’Italia chi?». Nel senso che mai come adesso la leadership ceccanese del partito è pienamente in discussione. In molti si sono chiesti:«Perché non sono stati coinvolti gli amministratori in queste decisioni?». Si parla anche delle telefonate infuocate da parte di numerosi autorevoli personaggi del partito:«Pensate solo ai vostri interessi mentre noi siamo abbandonati a noi stessi».

Il bipolarismo di Forza Italia

Non se la passano meglio i protagonisti dell’altra forza dell’incrocio cioè Forza Italia. Dove è emerso, durante la riunione dei partiti di centrodestra, un imbarazzante bipolarismo. Rossella Chiusaroli ha sostenuto che il partito era pronto a convergere su Sacco, mentre il suo collega sub commissario, Adriano Piacentini ha messo in evidenza che tale ipotesi non è stata ma discusso e che lui, invece, avrebbe preferito l’ipotesi Mastrangeli. Come si dice in gergo: figura di m…

Intanto sembra che Sacco abbia capito, come si dice in gergo, la malaparata ed abbia voluto togliersi dalle mazzate abbandonando ogni velleità, ritirando la candidatura. Due sono le cose certe, che l’assassino è sempre il…maggiordomo e che il vecchio detto ha sempre ragione: non dire gatto se non ce l’hai nel Sacco.

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