Il quadro politico amministrativo della città desta preoccupazioni. Troppe le cose che non tornano. A fare il punto e a tracciare una linea è Massimiliano Mignanelli.
“Cassino ha bisogno di un’agenda politica seria, nuova e soprattutto che si possa realizzare. Questa amministrazione ha fallito sulle grandi opere, sui progetti ma soprattutto non è stata inclusiva. E’ stata, anzi, molto limitata. In particolare dal punto di vista dei rapporti umani”. evidenzia Mignanelli. “In politica conta anche avere dei rapporti con l’opposizione. In tre anni e mezzo non è stato creato nessun tipo di rapporto di collaborazione. Non per volontà dell’opposizione ma per volontà del Sindaco e della maggioranza”.
Una gestione ampia e condivisa
“Chi fa politica e ricopre dei ruoli come un primo cittadino o una giunta non può agire ancora con l’astio e rancore di chi ha votato chi. Dopo l’esito delle urne, un minuto dopo venuti a conoscenza del risultato, il sindaco diventa sindaco di tutti. A prescindere da chi gli ha dato il consenso o no. In questa fase la cosa più importante è che la politica deve ascoltare i cittadini, e, soprattutto, per quanto riguarda la gestione deve essere più larga, devono essere coinvolte più persone. Non amo una gestione ristretta e di pochi, ma amo un confronto continuo. E soprattutto la possibilità di sentire tutte le menti per poi, alla fine, fare la giusta sintesi. Io sono abituato a una politica di inclusione, non quella di pochi eletti e di pochi privilegiati. Deve essere una politica reale, basata sui bisogni della gente. Una città che sia aperta non chiusa al proprio interno o a gruppi di potere di poche persone. Questo porta, secondo me, al fallimento del sistema sociale. E allontana la gente dal palazzo”.
Quale dovrebbe essere il ruolo di Cassino?
“La nostra città deve essere una guida per il territorio, non ristretta ai confini comunali. Non è più il tempo degli amici degli amici, bisogna riportare la qualità a tutti i livelli del sistema Paese. Bisogna puntare sulle infrastrutture e sui collegamenti. Sulla qualità del servizio urbano partendo dalla polizia locale, per poi passare alla manutenzione ordinaria. Bisogna stare di più in mezzo alla gente con il sorriso e non con un fare sospetto che induce a dividerci in gruppi e fazioni”.
Saresti pronto al confronto e a proposte trasversali?
“Personalmente accetterei anche i consigli da altre aree. Si potrebbero ripristinare le consulte degli ex sindaci e amministratori, che possono dare un valore aggiunto alla città. Le scelte di facciata, come la commissione grandi opere che di fatto non ha mai lavorato, non servono più, portano solo maggioranza e opposizione a litigare. Chi governa deve trovare una sintesi e deve tenere le fila cercando di trovare soluzioni migliori per la città. Delle scelte in grado anche di generare un possibile equilibrio tra le aree politiche e, soprattutto, aiutare i cittadini”.
Saresti pronto al confronto e a proposte trasversali?
“I progetti ci sono, ma preferirei confrontarmi anche su tematiche larghe come quelle delle infrastrutture e poi su un disegno condiviso di città. Un’amministrazione seria dovrebbe ascoltare tutti i consiglieri, ascoltare l’opinione di tutti ma non dopo aver preso già decisioni. Deve offrire la possibilità di dare un contributo. Che potrà essere anche di diverso tipo, e solo alla fine si potranno tirare le somme. Io sono una persona abituata a essere concreta e leale con le persone. Quello che si può fare si fa: non mi piace prendere in giro i cittadini”.
Quali sono le priorità per un sindaco?
“Ci sono delle tematiche che non hanno colore politico, un bravo sindaco per me è quello che riesce ad ottenere la più ampia partecipazione possibile, coinvolgendo davvero tutti. E’ facile dire “governo con la maggioranza”. Ma la grandezza di un sindaco è anche quella di trovare l’appoggio delle opposizioni. Le quali ritenute valide alcune proposte, le votano in aula a dimostrazione che quei progetti o delibere sono valide per la città”.
Stai lavorando a qualche progetto per rilanciare la città?
“Stiamo sviluppando degli incontri per fare una progettazione civica ampia dove parteciperanno le energie migliori della città. Per sviluppare insieme quello che può essere un programma serio per gli elettori. Pochi punti ma realizzabili non solo come programma elettorale. Dobbiamo essere capaci di inserire delle proposte realizzabili per l’interesse della città. E poi, insieme a tutti, cercare di prendere spunto dalle associazioni e dalle realtà locali coinvolgendo il più possibile. Chi ha una visione della città aperta ben venga, chi ha una visione della politica ristretta a pochi non può avere a che fare con il progetto che vogliamo portare avanti”.
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