Caro Cassino Notizie, l’altro giorno ho difeso dinanzi al locale tribunale penale un ex candidato al consiglio comunale di Cassino con la lista del M5S querelato dal Sindaco e da tutti i componenti la giunta comunale. L’accusa è quella di diffamazione. I querelanti, in buona sostanza, si sono ritenuti offesi perché, a loro dire, direttamente accusati di avere, come dire, “tentennato” nel prendere le distanze da alcuni protagonisti, politici locali, coinvolti nelle inchieste “Welcome to Italy”, “firme false” e “voto di scambio”.
Insomma i querelanti si sono sentiti esposti al «pubblico disprezzo» dall’autore di un post su FB (che si ripete era anche lui candidato nella stessa tornata elettorale) perchè nel post aveva richiamato un articolo di stampa relativo a quelle inchieste la qual cosa, ma sempre a dire dei querelanti, li avrebbe accostati ad esse nonostante ne fossero del tutto estranei.
In udienza erano presenti gli avvocati di tutti i querelanti (l’Avv. Corsetti per il sindaco Salera, l’ass. Maccaro e l’ass. Venturi; L’Avv. Mignanelli per l’ass. Carlino; l’Avv. Troiano per gli ass. Alifuoco e Tamburrini; l’Avv. Pascarella per l’ass. Delli Colli e l’Avv. Di Murro per l’ass. Grossi).
Questo nutrito collegio difensivo, tipico di processi ben più gravi, ha suscitato l’interesse dei presenti in aula che infatti si sono chiesti che processo si stava celebrando. Ma sono rimasti “delusi” nel sapere che trattavasi di un’asserita diffamazione su FB.
La riflessione
Ciò mi ha fatto riflettere: considerando i querelanti (trattasi di politici), l’evidente infondatezza dell’accusa (trattasi di generiche critiche politiche) e comunque la tenuità offensiva del fatto, era proprio necessaria quella querela? Ma tant’è.
Prescindendo dalla fondatezza giuridica (a mio giudizio la querela è del tutto infondata rientrando la vicenda nella normale polemica politica e l’imputato non ce l’aveva con loro ma più in generale con l’amministrazione comunale, ma aspettiamo l’esito del giudizio), ritengo che la rilevanza politica delle questioni sollevate dal post incriminato, riguardando la ricerca del consenso elettorale non possano essere “zittite” da una querela. Tanto più se infondata, ma vadano condivise con gli elettori che potranno così crearsi serenamente la loro opinione.
Le inchieste
Insomma l’interesse politico delle vicende sta nel fatto che in quelle inchieste risultano coinvolti ( e a prescindere dall’effettiva responsabilità penale) persone dell’amministrazione comunale (la querela è stata fatta dagli esponenti la giunta comunale, Sic!), elette o ad essa molto vicine dunque, in quanto tali, in quanto soggetti che hanno voluto rivestire un rilievo pubblico, interlocutori degli elettori e della Città. Insomma quelle persone hanno scelto di darsi da fare per gli interessi della Città cercando per questo il consenso dei cittadini ai quali, a prescindere dell’esito delle inchieste, dovrebbero rendere conto del loro operato a chiunque glielo contesti o semplicemente glielo chieda e su qualsiasi questione pubblica. Senza attendere l’esito di eventuali inchieste giudiziarie.
Quel sottile filo rosso
Chiarisco meglio le vicende di cui trattasi per capire il filo rosso politico che a mio giudizio le collega.
Nell’inchiesta cd “welcome to italy”, che riguarda l’accoglienza degli immigrati, è coinvolto il giovane imprenditore Francesco Mosillo che è stato pubblicamente sponsor politico dell’attuale sindaco durante le primarie del PD.
L’inchiesta “firma false” riguarda le firme prese per permettere di presentare la lista del PD alle scorse elezioni amministrative.
Nell’inchiesta “voto di scambio” vede invece coinvolto politicamente un consigliere comunale eletto sempre nella lista del PD. Dunque in tutte e tre le inchieste viene coinvolta – sicuramente suo malgrado – la lista del locale PD.
Parte lesa
Conosco personalmente molti esponenti ed elettori del locale PD tra cui l’ottimo segretario cittadino Arch. Fionda, sono persone perbene coerenti e corrette e perciò mi vedrei bene da ritenerli coinvolti in quelle faccende. Anzi li ritengo parte lesa ma forse responsabili per non aver esercitato l’opportuno controllo che compete a qualsiasi elettore nell’esprimere il proprio voto ed ora per non insistere nelle richieste di chiarimento politico facendo così derubricare, erroneamente, questi rilevantissimo fatti a inutili polemiche.
Hanno goduto inconsapevolmente
Dunque la lista del PD e molti consiglieri comunali che si sono presentati all’ultima tornata elettorale amministrativa hanno goduto, penso inconsapevolmente, del sostegno elettorale del Musillo (il quale naturalmente è soltanto un imputato in questa vicenda), di quanti si sono interessati alla raccolta delle firme e di chi viene oggi accusato di aver fatto promesse in cambio di voti, chiaramente per tutte le persone coinvolte vale la presunzione di innocenza.
Domande
Ebbene così stando le cose la prima domanda che legittimamente si poneva il cittadino querelato e che ancora attende una risposta politica è: a Cassino c’è stato e c’è un sistema di potere politico-economico che ha condizionato e condiziona o ha cercato di condizionare la vita politica della Città?
D’altra parte come non si può notare che molte persone coinvolte in quel processo sono imprenditori e personaggi politici che hanno ricoperto incarichi pubblici ed esercitato pubbliche funzioni per il Comune?
Dicevo che l’inchiesta Welcome to Italy ha coinvolto un esponente che pare abbia utilizzato il proprio potere economico anche sul piano politico. Sostenendo le primarie di uno dei tre candidati alle primarie del PD di Cassino da qui la seconda domanda. Ma perché quel politico imprenditore coinvolto nella vicenda welcome to Italy decise di sostenere proprio quel candidato (come più volte detto sono convinto che quest’ultimo non c’entra nulla in quelle vicende)?
Ma andiamo avanti.
Le altre due inchieste quella cd. “firme false” e quella del cd. “voto di scambio” hanno fatto emergere che nel 2019 qualcuno avrebbe voluto condizionare il voto libero degli elettori.
Ed è qui la terza domanda: c’era un patto con coloro che hanno “investito” nelle elezioni comunali del 2019 per condizionarle? e in particolare perché il PD presentò la lista nonostante le firme false (inchiesta cd “Firme False”)? e perché un consigliere comunale anche lui eletto nella lista del PD oggi viene accusato di aver contrattato voti in cambio di favori (inchiesta cd “voto di scambio”)?
Interesse concreto e diretto
D’altra parte è impensabile che le persone coinvolte nell’avviso di conclusione di indagini per le firme false e voto di scambio abbiano avuto un interesse concreto e diretto così forte da motivarli a fare certi atti, loro sono state delle pedine mosse da chi aveva interesse acché la lista del Pd si presentasse alle elezioni e da chi aveva interesse a far ottenere voti in cambio di promesse di lavoro.
Conoscendo i personaggi penso che gli interessi non possono che essere economici.
Le mancate risposte a queste domande mi motivano ancora di più per sostenere in giudizio le ragioni del mio assistito giá esponente del m5s e personaggio per nulla gradito dall’attuale amministrazione.
Avv. Giuseppe Martini