Non tutti sanno che la prima rappresentazione del “Mistero Buffo” di Dario Fò venne presentata come “Giullarata popolare“. Era il 1969. Insomma un titolo che è tutto un programma e che molto si addice alla storia del progetto relativo al restyling di piazza Labriola. Perché se la presentazione in pompa magna organizzata domenica 19 settembre molto si addiceva al teatro di narrazione, di cui Fo fu maestro, anche il linguaggio degli oratori oscillante tra il politichese e il grammelot, simile a quello del povero Zanni affamato, lasciava trasparire qualcosa di sinistro e poco chiaro.
La fame di visibilità
Cosi, quindi, come lo Zanni nel “Mistero Buffo” per la grande fame sognava di mangiare qualsiasi cosa, compreso se stesso, nella sceneggiata messa in atto dall’amministrazione comunale, ormai perennemente a digiuno di idee, i protagonisti speravano di dare in pasto al popolo l’ennesimo sogno, molto probabilmente irrealizzabile a breve termine, per uscire dal vuoto narrativo che tutt’ora li attanaglia. (Leggi La piazza, le allodole e le armi di distrazione di massa). Il faraonico progetto, sui social, ha scatenato l’ira di molti cittadini che ne hanno messo in discussione più che la bellezza, l’inutilità. Viste le tante criticità che affliggono la città e la popolazione. (Leggi La Cassino….d’Egitto).
A dar ragione alle nostre supposizioni sulle armi di “distrazione di massa” è stata l’azione del consigliere comunale Benedetto Leone. Tre giorni dopo il magnifico evento, infatti, presentava un accesso agli atti rivolto al responsabile del dirigente del settore Lavori Pubblici. Nell’atto si chiedevano copie del progetto relativo a quanto presentato dall’amministrazione proprio in Piazza Labriola. Ma anche le eventuali relazioni tecniche, del piano economico e delle delibere o determine di affidamento ad eventuali professionisti. Dall’ufficio si sono limitati a dire: «Qui non c’è niente».
Il caffè con la stampa
Dopo aver accertato il misfatto Leone ha radunato le truppe. Ed ecco che è nato l’incontro con la stampa davanti a un caffè al Bar Centrale. Davanti ai giornalisti e ai telefonini dei reporter si sono presentati anche Petrarcone, Fontana e Mignanelli. «Fatto grave – hanno detto – è la mancanza di copertura finanziaria per questo progetto che, per come è stato presentato, si dovrebbe dividere in diversi step, almeno tre. Ma come si può pensare di avviare un progetto senza avere la certezza della copertura economica?». Poi una considerazione sul Piano Urbano del Traffico. «Nessun atto o documento – hanno spiegato – offre un’analisi dell’impatto sulla viabilità che questo cambiamento, con l’isola pedonale, potrebbe far registrare in centro e, di conseguenza, su tutto il traffico cittadino».
La colpa è sua
Ad infittire comunque questo Mistero Buffo le dichiarazioni del Sindaco di Cassino ospite di Radio City. Il primo cittadino ha, infatti, più volte asserito che la manifestazione in piazza Labriola è stata voluta dall’Arch. Giacomo Bianchi (si dice che abbia pagato anche le spese). Come a discolparsi di qualche cosa che non ha funzionato nel modo giusto. Il comunicato redatto dall’ufficio stampa, però, ha trovato ampio spazio sui quotidiani locali ma con riferimenti, in merito all’organizzazione, soltanto per il buon Salera. «Il Sindaco presenta il progetto di recupero del centro cittadino», è stato il leitmotiv sia sulla carta stampata che sul web. Il problema però è che gli applausi sono stati ben pochi. Mentre le critiche molte, quindi forse, ora è meglio far deviare il fuoco incrociato sul professionista. Giusto per ringraziarlo per l’opera prestata. Mah!
Non so voi, ma noi crediamo che l’atto appena concluso di questo Mistero Buffo sia soltanto il primo. Intanto, buio e sipario!