Quello che era solo un dubbio ormai è diventata realtà. La Lega di Cassino è in tale crisi di identità, da aver stabilito una volta per sempre (sicuri-sicuri?) una e una sola verità (o forse è una non-verità? Mah…). Se prima i leghisti -dentro e fuori il partito- erano proprio degli indecisi, oggi non ne sono più tanto sicuri. Sarebbe bello interpellare il buon vecchio Sigmund (Freud) per capire quali e quante identità si celano all’interno del gruppo salviniano di Cassino. Invece dobbiamo fare da soli. (Leggi Ranaldi (Lega): Evangelista non può pensare di fare Arlecchino). (Leggi Bevilacqua: «La linea politica è dettata da chi è eletto dal popolo).
Vediamo un po’: in principio c’erano Franco&Michelina. O Michelina&Franco, nessuno l’ha mai capito bene, neanche loro. Poi c’erano Gianni, Giorgio, Paola. Dopo un po’ è arrivato anche Pasqualino (se con Mario guardaspalle o se con Pasqualino in avanguardia nessuno lo sa). Quindi è toccato a Imma, prelevata armi e bagagli da diversificate esperienze viranti a sinistra, giusto per allargare il consenso, come si dice in questi casi. Neanche il tempo di sistemare a bordo il suo bagaglio politico, ed ecco che parte la bordata Alessio, appena rimessosi dopo due anni dalla sventola elettorale.
L’arbitro e chi porta il Pallone
E poi c’è l’eterno dilemma: comanda prima l’uovo e la gallina? Meglio: comanda chi ha preso i voti (sotto un simbolo, però: quello di Alberto da Giussano), oppure chi “tiene in mano” il Carroccio? Un po’ come quando, ai vecchi tempi, nelle partite in piazza si nominava un arbitro (perché magari era il più scarso, o perché non gli andava di giocare). Però chi portava il Pallone era quello che decideva squadre, punizioni, rigori, gol validi e irregolari. Il punto sembra proprio questo: di chi è il Pallone? Ranaldi fa finta che sia suo, ma sa talmente bene che nessuno ci crede, e non prende posizioni ufficiali.
Evangelista, nonostante sia l’unico arbitro vero (però nella FIGC, non in politica), gioca contemporaneamente per quattro squadre: la sua, quella di Salera (a breve pare che verrà nominato d’ufficio membro del Soccorso Rosso), la Lega e anche FdI. Altro che “maggioranza arcobaleno”! Il buon Franco indossa tutte insieme la maglia rosa del Giro, quella gialla del Tour e quella rossa della Vuelta. Per volontà del popolo, risponde lui.
Una decisione sulla testa o un treno addosso?
La cosa divertente è che nessuno gli chiede conto, a cominciare da FdI. Dove Abbatecola&Picano (o Picano&Abbatecola, è uguale: o forse no?) non hanno ancora capito se gli è passata una decisione sulla testa -per motivi incomprensibili, come gli approdi politici dell’ottimo Franco- o gli è passato un treno addosso. Per ora solo di un vagone. Ma volete che a una diligenza ghiotta come questa non si attacchino altri convogli? Intanto, Alessio Ranaldi sprizza battute da tutti i pori: ma non assume iniziative politiche o disciplinari. Neanche una di bassa Lega.