“Rumore rumore, nananana Io stasera vorrei tornare indietro nel tempo Na na E ritornare al tempo che c’eri tu”. La Carrà se ne è andata, una notizia che ha letteralmente sconvolto tutti. Per decenni è stata lei a dettare tempi e balli, la “mossa” e il caschetto biondo. Siamo cresciuti vedendola passare da un palco all’altro, da immagini in bianco e nero dei ‘70 a colori ovattati e un po’ brillanti degli anni ‘80 e poi ‘90.
Raffaella ed Eminem
Sempre uguale, sempre coinvolgente come l’invitata speciale che rappresenta l’ingrediente giusto per far andare bene la festa. Non ha mai perso un colpo, mai fuori luogo. Tante sono cresciute nel suo mito ma lei era top a prescindere, anche a 70 anni in mezzo a nugoli di soubrette dalla scollatura prominente. Il Sanremo condotto dalla Carrà è stato forse uno dei migliori, sul palco due biondi , Raffaella ed Eminem. La Carrà ha dato voce a tutti, diventando un’icona di libertà, il suo entusiasmo e la sua grande passione hanno letteralmente travolto decine di generazioni ,sicuramente non solo in Italia.
Carramba!
Carramba che sorpresa è stata la capostipite di una tv di emozioni, di ricongiungimenti e di gente semplice. Peccato che sia stata poi imbastardita da chi ha preso solo la spettacolarizzazione lasciando l’ingrediente Carrà. Per non parlare di The Voice dove le risate e il divertimento non sono mai mancati. Ma solo per parlare di qualcosa di recente. Chi non ha mai cantato le canzoni della Carrà, basta sentire “come è bello” che parte la strofa, la canzone, il balletto e la mossa e siamo tutti da Trieste in giù.
Tiziano Ferro l’ha “trasformata” in canzone. Benigni ancora la insegue nel suo attillato abito rosso. Raffaella se ne è andata e ha portato via con se quella gioia che tutti provavamo ascoltando i suoi brani. Ma sarà poi vero? Le sue canzoni ancora trascinano in balli scatenati in club e discoteche, facendo da colonna sonora a film da Oscar e da David di Donatello. Vediamo Jep Gambardella e sentiamo le note nella testa. Un tuca tuca non si nega a nessuno, sarebbe un delitto. Lei ci ha accompagnato, ci ha cresciuti e ci ha regalato tanto divertimento, tanta gioia e continuerà a farlo.
L’amore da Trieste in giu
Ha deciso di non dirci che era malata, ha voluto farci questo regalo, regalandoci sé stessa, così come era, come è sempre stata per tutti noi. E ora a noi non resta che continuare a fare “l’amore da Trieste in giù”, a fare la mossa evitando di cadere sul pavimento, alla ricerca di un compagno con cui fare “tuca tuca”. Grazie Raffa, ti ringraziamo davvero tanto. Ma che musica maestra che ci hai regalato!! E intanto ballo ballo ballo da capogiro e penso a nonna che mi cantava Maga Maghella e già mi sento un po’ Raffaella.