Ciò che si è concretizzato durante la “consulta dei Sindaci” del 30 giugno riguardo alla realizzazione della IV linea è un Documento Condiviso sottoscritto da 30 primi cittadini. Un documento fondato su tutte le osservazioni esposte in questi mesi dai vari comuni, ma anche dalle associazioni ambientaliste ed i comitati. Come sempre in emergenza, sperando che i buoi non siano “tutti scappati”
Ridotti al lumicino
I tempi di intervento sono ormai ridotti al lumicino, ma se c’è da lottare anche per tutelare ciò che è rimasto è d’obbligo a maggior ragione quando le scelte errate della regione e di Roma ricadono sulla qualità di vita dei cittadini di un territorio ricco, da scoprire e valorizzare. Nel giro di pochi giorni il comune di Cassino, capofila della consulta dei sindaci del cassinate, è stato costretto a convocare la propria “consulta dell’ambiente”. Composta dai rappresentanti delle diverse associazioni e dei comitati, di conseguenza quella dei Sindaci stessa. A fronte della Videoconferenza dei Servizi tenutasi ieri 1° luglio.
Alla video conferenza, grazie all’Art.9 della L.241/90, spesso dimenticato dagli amministratori, hanno potuto partecipare anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e di alcuni comitati civici.
Il peso delle associazioni
Per anni gli ambientalisti del nostro territorio sono stati spesso trattati come pecore nere, isolati e a volte tacciati di allarmismo ed alcuni di loro anche più volte denunciati. I politicanti avvicendatesi hanno solo approfittato delle loro battaglie cavalcandole durante le diverse campagne elettorali. Un atteggiamento che chi amministra oggi, nonostante ci provi, non può più sostenere con l’avvento del ministero della Transizione Ecologica.
Tanto è il tempo speso dalle associazioni in termini di controllo e di tutela. Tante le battaglie intavolate in oltre 30 anni. Tante di queste battaglie ancora in essere. E le problematiche ormai croniche sono ancora lì come spaventosi mostri che minacciano il nostro futuro. Tantissime professionalità e amanti della nostra terra che gratuitamente dedicano tempo e denaro alla salvaguardia del territorio. Un valore aggiunto, superpartes, una vera spina nel fianco di chi spesso non tutela i cittadini in ambito ambientale.
La gestione dei rifiuti “fake”
Sconcertante la condizione della gestione dei rifiuti nella nostra regione. Una gestione inefficace ed illegale condotta in particolare dai partiti di sinistra coadiuvati dai “cugini” di destra a discapito proprio del nostro territorio. Volutamente trasformato nella discarica della regione. Un problema annoso culminato con fatti giuridici che hanno interessato la dirigenza regionale in materia nell’indagine che ha visto indagati Lozza e Tosini. Il tutto aggravato, così come riportato nell’ordinanza del GIP, da un sistema mediatico a supporto delle scelte fatte dai dirigenti regionali. Dove addirittura venivano “esaltati” considerandoli di “riqualificazione” quegli interventi funesti e devastanti per il nostro territorio come la discarica di Roccasecca e il termocombustore.
La consulta dei sindaci
Nella consulta dei sindaci è stato stilato un documento unico controfirmato da 30 “primi cittadini”, un documento che tiene in considerazione tutte le osservazioni fatte fino ad oggi da tutte le parti in causa.
Diversi sono stati gli interventi di sindaci e esponenti di associazioni e comitati. Particolarmente attivo il sindaco Marrocco del Comune di Cervaro, ma bene indirizzati anche gli interventi del comune di Cassino e dei rappresentanti delle associazioni e dei comitati. Un problema che di fatto interessa non solo la regione Lazio, ma anche parte del territorio campano. Presenti anche i rappresentanti di ACEA ambiente.
Innumerevoli le osservazioni esplicate in sede a cui la regione dovrà dare risposta nei prossimi 45/60gg.Dalla regolarità del procedimento adottato per il rilascio delle autorizzazioni, fino alla svalutazione dei terreni e degli immobili. Passando per l’importanza di avere contezza dell’inquinamento prodotto fino ad oggi dallo smaltimento dei rifiuti. Ma poi ancora come sia importante sindacare sulla qualità di aria, acque e terra in tutta la zona. Col finire con la messa a verbale della richiesta di riattivazione del programma “ERAS” il programma sanitario.
La responsabilità dei sindaci
Il sindaco è la massima autorità sanitaria locale. In questa veste, ai sensi dell’art. 32 della legge n. 833/1978 e dell’art. 117 del D.Lgs. n. 112/1998, può anche emanare ordinanze contingibili ed urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica.
In virtù di alcune sentenze dove è stato definitivamente “sdoganato” il nesso tra inquinamento e casi oncologici, i sindaci si trovano avanti ad un obbligo oltre che legale, anche morale. Questa responsabilità, in passato spesso dimenticata dagli stessi, oggi non può essere messa da parte e li vedrà costretti a lasciare da parte i giochi di poteri dettati da province e regioni.
Proviamo a reagire
Una cosa è certa, per la prima volta il nostro territorio sta provando a reagire a questa sudditanza nei confronti di “Roma”. Alcune voci “narrano” che l’ampliamento del termocombustore e la riapertura della discarica di Roccasecca facciano parte dei programmi dei neo candidati a Sindaco della “Caput Mundi”.
Se ad oggi si è costituito per la prima volta un fronte comune unico nel nostro territorio, a breve, tra 45/60gg, si potranno apprezzare i risultati o gli eventuali “altarini” di quelle amministrazioni conniventi con questi giochi di potere.