Corsia ciclabile: storia (triste) di un fallimento annunciato

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Flebile è il colore e flebile è il ricordo di una delle tante figuracce fatte dall’amministrazione Salera: la corsia ciclabile. Nonostante la difesa da parte delle menti dell’ “incultura” cassinate, quello da Cassino Notizie enunciato, in tempi non sospetti, si è di fatto compiuto: il fallimento totale di quell’esperimento denominato corsia ciclabile. (Leggi Salera, Carlino e la pista ciclabile che non c’è)

Un episodio che, come tanti altri “costruiti” dall’amministrazione, ricorda molto un cartone animato in voga nella metà degli anni ’90, “Il Mignolo col Prof”. I protagonisti sono due topi da laboratorio geneticamente potenziati. Prof. è egocentrico e calcolatore, mentre Mignolo è buono ma soprattutto stupido. Tutti gli episodi si aprono con Prof. che escogita un nuovo piano per conquistare il mondo. Tentativi miseramente falliti alla fine di ogni puntata di solito a causa dell’idiozia di Mignolo, dell’impossibilità del piano e dell’arroganza o della presunzione di Prof. Insomma di analogie con gli amministratori ce ne sono veramente tante.

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La messa in opera

I ricordi ci portano a quell’estate fatta di selfie a bordo strada e alla messa in opera di strisce di colori non subito certi. Dapprima solo bianco, poi misto a giallo, per finire solo colo giallo integrale. Moda del momento? Difficile dare una risposta, ma andiamo in ordine. Il covid ci ha massacrato su tutti i fronti, ma ha anche stimolato il nostro governo a metter mano definitivamente a temi fondamentali così come la mobilità sostenibile.

Proprio col DDL n.34, detto Decreto Rilancio, il precedente governo Conte ha fissato le basi su come affrontare una problematica fondamentale, l’inquinamento atmosferico, anche attraverso l’incentivazione della mobilità sostenibile.

Ma che tale decreto avesse potuto generare deformazioni nella sua interpretazione in sede delle piccole amministrazioni pubbliche locali mai nessuno se lo sarebbe mai aspettato!

L’uomo pensa e la scimmia fa

Se è vero il detto che “l’uomo pensa e la scimmia fa”, a Cassino l’impressione che si è avuta in due anni di amministrazione è l’esatto contrario, ovvero: “la scimmia pensa e l’uomo fa”. E proprio da una distorsione di questo tipo è nato il progetto fallimentare della corsia ciclabile. Grandi titoli, in pieno stile “salera”, inondarono le testate locali. Ma a smentire il sindaco ci pensò proprio il vicesindaco. Si passò in un attimo da una “pista ciclabile” a una “corsia ciclabile”. Alle critiche proprio quest’ultimo rispose, goffamente, con una parte del decreto perfettamente ritagliata e priva del resto del testo. Resta un mistero se il vicesindaco di quel decreto lesse solo quella parte o per non si sa quale perversione sperava che i cittadini non si sarebbero mai letti il resto!

Un percorso privo di senso

Strisce in ogni dove a compiere un percorso illogico e privo di senso. Strisce che improvvisamente si sdoppiavano in barba alle norme basilari del codice della strada. Strisce che occupavano tutta la carreggiata, creando disagi e mettendo in difficoltà sia gli automobilisti che gli ignari ciclisti. Ancora strisce, al quinto ponte, che creavano un attraversamento: il caso del collegamento con la pseudo pista ciclabile del lungo fiume.

La scelta infausta

Il perché si sia optato per questa scelta “infausta” non è molto chiaro, ma di certo a “qualcuno” è mancato il coraggio. Un’idea CN ce l’ha, non so voi lettori.

Una scelta infausta perché ha distrutto in un attimo quello che per molti cassinati era diventato un ideale oltre ad essere un sogno. Infausta perché ha messo alla luce in un attimo l’inutilità di un associazionismo che ha il solo fine di “supportare” le orde barbariche dei politicanti del cassinate. Ci sono voluti mesi, un anno circa, di contestazioni sui social per finire poi con il servizio di Striscia La Notizia, prima di vedere risvegliarsi qualche mente critica in quelle associazioni. Ma la cosa grave è che diverse ancora “dormono”. Intanto la corsia ciclabile è quasi completamente scomparsa (In via Riccardo da San Germano non esiste proprio più), ma c’è anche da dire che di velocipedi in giro se ne vedono veramente pochissimi.

Al quanto comico

Fu disarmante ed infintamente comico quando si parlò di Ciclo di Deming in quel tribunale mediatico dei social… Ma tale ciclo ha delle fasi precise e distinte e sono quattro: Pianificare, Fare, Verificare e Agire.

Visto che il pianificare è venuto meno sin da subito (assenza PUT, Classificazione delle strade, zone 30,ecc), dopo il “fare” (a Cassino “intant’ nui lo semm’ fatt’”) e verificato la nullità di tale progetto, si attende la fase ultima quella di “agire” … all’abbandono del piano. Già, come il Mignolo col Prof!

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