«In riferimento all’articolo pubblicato il 29 maggio dal titolo “Ed è già il giardino delle polemiche” desidero fare alcune doverose precisazioni per chiarire una ricostruzione poco accurata», Lo ha dichiarato Maria Cristina Tubaro, presidente della Consulta per i diritti delle persone con disabilità.
Nessuna Bagarre
«Quello che si è tenuto online giovedi scorso (e non venerdi come erroneamente riportato) è stato un incontro informale, proposto dalla sottoscritta, – spiega Tubaro – che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni aderenti alla consulta. Alla prima parte della riunione ha partecipato la Presidente del Consiglio Comunale Barbara Di Rolllo, che, semplicemente, aveva chiesto di incontrare la Consulta per presentare il progetto – già approvato dall’Amministrazione – del Giardino Sensoriale. La Di Rollo – che non ha “voluto” la riunione, ma che è stata solamente un’ospite – dopo la sua presentazione, ha lasciato l’incontro».
«Non c’è stata nessuna “BAGARRE”. Ci siamo confrontati e, come è giusto che sia, ci sono state anche opinioni diverse. Ad esempio, alcune associazioni – spiega ancora – hanno sottolineato che le tematiche da affrontare sono molte, come, ad esempio, l’abbattimento delle barriere architettoniche, tema sul quale, naturalmente, la Consulta lavorerà con impegno. E sarebbe davvero utile e bello se blog e organi di informazione si concentrassero su questi temi importanti e dessero il loro contributo a individuare e risolvere questi problemi, piuttosto che sciorinare parole con l’obiettivo di stuzzicare polemiche, sollevare dubbi e, così facendo, contribuire a distogliere l’attenzione dai problemi seri per parlare, invece, di qualcosa che assomiglia al pettegolezzo, più che alle notizie giornalistiche.
Passaggi fantasiosi
«L’articolo, in qualche passaggio fantasioso, – dice il Presidente della Consulta – parla di polemiche, di clima teso, di atti propagandistici. Preciso che non ha senso dire che qualche associazione si dissocerà dal progetto (come si sostiene, invece, nella conclusione dell’articolo) per il semplice fatto che si tratta di un’iniziativa di esclusiva competenza dell’amministrazione comunale, che ha ottenuto dei fondi e ha deciso di utilizzarli per questo progetto. E dunque davvero non vedo da cosa ci si dovrebbe dissociare o a cosa ci si dovrebbe associare. Si è trattato di una presentazione e, se la consulta o le singole associazioni decideranno di fare delle proposte o formulare dei suggerimenti, verranno certamente presi in considerazione».
«La Consulta, sebbene voluta da questa amministrazione, – ha detto ancora Tubaro – è un ente terzo, non legato a questa o quella parte politica, il cui ruolo è di essere un interlocutore per chi governa la nostra città. Dobbiamo essere un luogo di confronto, uno stimolo perché tutte le decisioni siano orientate all’integrazione e a garantire pari opportunità. Con la propaganda e gli schieramenti politici non c’entriamo nulla».
Nessuno deve strumentalizzare la consulta
«Siamo appena all’inizio del nostro percorso, – ha concluso Maria Cristina Tubaro – abbiamo fatto una sola riunione ufficiale e, personalmente, faccio questo servizio con umiltà e consapevole di quanto ci sia ancora da fare anche solo per organizzare bene il nostro lavoro. Fanno parte della consulta persone che non sono in cerca di visibilità, ma vivono sulla loro pelle o sulla pelle dei propri cari problemi spesso gravissimi e pesantissimi o che dedicano la loro vita professionale a persone con disabilità e che, ora, hanno accolto il progetto della consulta con generosa disponibilità, in maniera gratuita e volontaria, investendo – spesso con grande sacrificio – il loro tempo libero e le loro energie perché sono convinte, come me, che solo da una sinergia possa nascere qualcosa di buono. Ed è per questo che nessuno, e dico nessuno, deve osare strumentalizzare le attività della Consulta e la disabilità. La propaganda politica si faccia altrove».