Uno degli scopi di chi fa politica dovrebbe essere quello di verificare di persona quello che la propaganda afferma. Poiché, a leggere certa stampa, sembrerebbe che è in atto una rivoluzione (in senso positivo) per i residenti del quartiere San Bartolomeo a Cassino, grazie all’azione disinteressata dell’amministrazione Salera. Quello che però ha potuto constatare di persona il Dottor Fabio Marino, esponente della destra locale, è però l’esatto contrario di quanto qualcuno cerca di presentare. Il degrado regna incontrastato.
Un fallimento
«Mi sono recato in questa nuova Terra Promessa. – ha detto Marino – Parto subito dalle conclusioni: non trovo le parole per indicare lo stato del quartiere. Ho immediatamente compreso, ancora una volta, il sentimento di rassegnazione e il senso di abbandono che tante volte gli abitanti della popolosa zona provano. Mi domando se esista, negli attuali governanti della Città, un analogo senso del decoro, davanti a un decoro urbano inesistente; di fronte ai problemi di sicurezza; in presenza dell’incuria che si tocca con mano ad ogni passo. Credo che davanti a certe immagini i proclami debbano cedere il passo a un’onesta ammissione: quella del fallimento»
Il degrado per cittadini di serie B
Fabio Marino ha attaccato, poi, a testa bassa: «Dopo un anno e mezzo di dolce far nulla, sarebbe ora di far seguire i fatti alle parole. Non è questione di polemica fine a se stessa, ma non si possono considerare i Cittadini di San Bartolomeo come di serie B. Viabilità, sicurezza, infrastrutture sociali, strutture sportive: non c’è nulla che si salvi. E non poteva salvarsi nulla. Visto che nessuno, dopo la campagna elettorale e la vittoria per congiunzione astrale, ha mosso veramente un dito non dico per risolvere, ma almeno per cominciare ad affrontare davvero i tanti problemi del quartiere. Lo dico con grande chiarezza: la responsabilità del degrado attuale non è tutta (o solo) dell’attuale maggioranza. Ma la responsabilità dell’inerzia amministrativa che sta conducendo al costante peggioramento delle condizioni di vivibilità dello storico rione è, oggi, tutta di Salera e dei suoi».
«Mi chiedo quanto sia più difficile mettere mano ai problemi fuori dalla facile demagogia, – ha concluso Marino – rispetto a quattro inutili inaugurazioni di iniziative, magari private e di dubbio gusto (e nessuna utilità per Cassino). Bisogna affrontare i problemi concreti e quotidiani della gente. Non perdersi in chiacchiere di autocelebrazione fondata sul nulla».