In questo momento segnato dal problema della sanità pubblica dove fa da padrone l’incertezza del futuro del nostro ospedale, in sintonia con le problematiche urgenti di Cassino, si trova anche il tempo da dedicare alla cultura. (Leggi Qualcuno salvi veramente il Santa Scolastica).
Qualche giorno fa sono apparse sui social le prime immagini dell’opera di street art “colturale” della nostra città. Il soggetto artistico è un vetusto albero, probabilmente un ulivo. L’albero è meravigliosamente dipinto con un fondo rosso/arancio con sopra disegnati coloratissimi fiori, proprio come molti alberi vivi farebbero in natura.
Le solite polemiche della città intera, coesa e compatta
A mettere i puttini sulle “i” sono come sempre i nostri cari cittadini, che da qualche tempo stanno riprendendo in mano una città abbandonata. «Che è sta cacata?», il primo post apparso, un esprit de finesse lo definirebbe Pascal. Una banale frase per chiarire subito l’insensatezza di tale iniziativa. «Questa amministrazione schifa il verde», «ma che brutto». E ancora: «si farà la corrida a Cassino?», «non c’è mai fine al peggio,» «che stronzata», «che cacata», «natura morta…cci loro», «io preferisco gli alberi VIVI», «la più bella forma d’arte la fornisce la natura con gli alberi VIVI».
Una scelta molto…discutibile
Colpiti ed incuriositi dai post e dai colori dell’opera siamo andati a vederla di persona. Premesso che per noi ogni forma d’arte va sempre tutelata e rispettata, non è assolutamente nostra intenzione entrare nel merito artistico di tale rappresentazione, come assolutamente non è nostra intenzione venir meno al ricordo di un figlio della nostra Cassino, ci limiteremo a criticare l’ennesima scelta molto discutibile dei neo amministrandi.
Dai commenti letti sui social emerge chiaro il messaggio dei nostri cittadini: piantate alberi nuovi. Sono veramente stanchi dei gesti inutili e scollegati dal contesto sociale della nostra città. Un’insofferenza, quella dei cassinati, radicata, tangibile generata dall’abbattimento indiscriminato dei nostri alberi nella nostra scuola, dalla mancata cura di tante aree care loro.
I cittadini chiedono cose semplici
Il popolo chiede cose semplici, che paradossalmente siano logiche (perché ormai la nostra città vive una condizione paradossale e surreale), non voli pindarici e men che meno conquiste spaziali. Nel post pubblicitario degli amministratori, colpiscono frasi come «un progetto a cui stiamo lavorando da tempo…» e preoccupano frasi come «ridare vita ai tronchi morti presenti nella città…»
Incredibile ci si sono dovuti impegnare! Le iniziative culturali sono belle e vanno comunque avallate, ma cozzano con l’ordine cronologico degli interventi pubblicamente utili. Di certo vengono dopo gli interventi manutentivi. Praticamente si è preferito piantare l’albero secco e lasciare al buio i bimbi che giocano al parco. Visto che a distanza di mesi, solo il 17 luglio sono state sostituite le lampadine.
Ci spaventa, ma non per noi, bensì per il nostro patrimonio arboreo, la possibilità che altri alberi secchi possano essere così trasformati. Vi immaginate se dovessero morire tutti gli alberi della scuola centrale?Diventerebbe Magic Land con le fate e gli arcobaleni.
Un albero morto va sostituito con un albero vivo
Non è una richiesta, bensì una prassi contemplata da alcune leggi vigenti in materia. Proprio così, la nostra città è carente non solo in infrastrutture, ma anche orba nell’applicare delle leggi in merito alla gestione del verde. È priva ad esempio del famoso “piano del verde”. La neo giunta non ha mai redatto il bilancio del verde esponendo la casa comunale anche a delle sanzioni visto che da marzo 2019 è stato richiesto ufficialmente dagli enti regionali.
Scripta manent verba volant
La consigliera “spresciatasi” per ottenere tale risultato, all’epoca dell’abbattimento dei 114 cipressi nella scuola, pur di avere visibilità e cercare di mettere una toppa all’infinita “cazzata” commessa dai suoi commilitoni, propose di attuare un articolo della legge 10/2013, cosa giusta, se non fosse per il fatto che i comuni sono obbligati a «piantare un albero per nascituro o bimbo adottato». In una città dove sfrecciano i monopattini con sopra gli amministratori, si tagliano alberi senza cognizione di causa, si fanno piazze con le strisce e si fanno pagare i parcheggi ai disabili. Quindi è impossibile aspettarsi qualcosa di normale.
Il ripristino di una ciotola di fiori, la cura delle piante che già abbiamo sono azioni così difficili da contemplare? Il verde pubblico è una cosa seria, la città lo sta reclamando e pretende rispetto.
Il ripristino di una ciotola di fiori, la cura delle piante che già abbiamo sono azioni così difficili da contemplare? Il verde pubblico è una cosa seria, la città lo sta reclamando e pretende rispetto.
Cassino e la grande tristezza
Vaghiamo per le strade, tra marciapiedi disastrati e ostacoli di tutti i tipi. A testa bassa rassegnati, schiviamo “merde di cane” e ci crogioliamo dinanzi al solito bar. Sogniamo grandi progetti ma non riusciamo a disegnare un piccolo pesce sulla carta. Guardiamo in faccia i nostri figli e mentre loro ridono perché ancora ignari, noi ci vergogniamo consapevoli che stiamo facendo nulla per lasciargli una città migliore. Per il momento godiamoci Cassino e la grande tristezza.