C’era una volta una città chiamata Cassino, un posto incantato, senza spazio ne tempo, dove ogni favola poteva essere raccontata senza tener conto della realtà e delle sue becere contaminazioni.
Ed ecco che nel Castello, i regnati, freneticamente si districavano, giorno e notte, tra studi di magia ed alchimia sociale, suscitando l’entusiasmo e la compiacenza di scrivani che, di buon mattino, tra le sudate carte e fiumi di inchiostro, si affrettavano a metter su dispacci e trasmettere al popolo le brillanti novità quotidiane.
Le cronache di questo paesone al contrario toccarono il momento più alto quando un galantuomo della corte del Re, si dice di ritorno da un viaggio nel futuro, propose di costruire nel centro cittadino un futuristico luogo di ritrovo per il popolo, un posto chiamato “Drive In”. La leggenda narra che il cortigiano vide con i propri occhi questa forma di innovativo intrattenimento nelle terre del futuro, che visitò accompagnato da un misterioso e brillante cantastorie chiamato Lord Zingola.
Che cosa fosse realmente questo “Drive In” nessuno l’ha mai saputo. Si diceva che per lo più veniva organizzato in posti lontani dalle città, in luoghi tenebrosi e senza luce, dove su una parete grande come un bastione apparivano magicamente uomini, donne e animali come per incanto.
Campus Mirandae il luogo scelto per la nascita del futuristico “Drive In”. Si narra però che non fosse un feudo del Re. Ma bensì una proprietà di Messer Demanio, personaggio austero che amministrava tutti i beni che appartenevano a Lord Statum.
Dalle Cronache di Femore, umile servo di Omero