Sal-era, il primo consiglio comunale, tifo da stadio e scivoloni burocratici.

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Cassino, sala del Consiglio Comunale. Il clima all’esterno è torrido, all’interno anche ma è stemperato dalla forza di 5 climatizzatori che “sparano” fresco sugli animi caldi dei “supporter” che attendono l’entrata in campo dei giocatori.

La squadra di casa presenta la formazione consiliare al completo, con “divise” fresche di pacca/boutique e sorrisi a 66 denti. I supporter (amici e parenti) sono tanto entusiasti, quasi come se fosse il giorno di festa a conclusione di un percorso durato tanto e tanto sofferto. Pochi altri tifosi/curiosi tifano la squadra ospite, ben organizzata, fatta di campioni dal palmares ricco; che non appena l’arbitro fischia l’inizio dell’incontro non si lasciano sfuggire l’occasione della giocata furba che mette in mostra e risalto le defiance della squadra di casa, che in queste situazioni sembra essere appena sbarcata in una serie maggiore provenendo dalla LND (Lega Nazionale Dilettanti).

La squadra di casa mostra spirito di iniziativa quando inizia a presentarsi, ma commette un errore di forma permettendo al capocannoniere avversario di replicare; prova a riprendersi, seppur guadagnando un’altra figura, quando, con personalità, prova giocate di fino omaggiando le donne presenti e dimentica però di omaggiare la segretaria, anch’essa donna.

Il capocannoniere sguazza nell’imperizia della difesa avversaria, che ne riconosce il merito dell’attacco accettando la proposta di effettuare il prossimo consiglio comunale nel rione di San Bartolomeo, deviazione, palo, traversa, corner; ma ai punti è 2-0.

Il centrocampista ospite, che non ti aspetti, si infila nella difesa sollevando una questione spinosa sulla posizione non chiara di un calciatore compagno di squadra che forse compagno, almeno suo, non è. Contropiede, il capitano di casa difende ma non in modo pulito permettendo al calciatore di chiarire di sua bocca il colore della casacca, a questo punto per il capocannoniere è un gioco da ragazzi infilarsi fra le maglie larghe della difesa di casa e segnare un altro punto quando, intervenendo con la dovuta autorizzazione, viene interrotto per essersi dilungato e ricorda le regole della partita al capitano di casa che evidentemente non le aveva studiate, e reclama quindi i suoi massimo 10 minuti di tempo per l’esposizione. 3-0 ai punti.

La definitiva capitolazione della squadra di casa, che non produce attacchi, avviene quando la seconda punta, rimasta nel gioco ma in disparte, solleva il dubbio sul criterio di scelta dei giocatori di casa, probabilmente scelti non per merito ma per peso politico.

Dulcis in fundo il centravanti rimprovera la mancata fermezza da parte del capitano di casa che non provvede a placare i tifosi indispettiti dal risultato.

A questo punto la “manita” ?? è compiuta e la partita può finire; i tifosi possono tornare a casa convinti di essersi divertiti e di ritenersi soddisfatti per il risultato raggiunto, peccato che questo è solo l’inizio e per fortuna non è una partita di calcio.

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