Degrado al parcheggio sotterraneo della stazione

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Un parcheggio davvero confortevole quello di piazza Garibaldi. Scherzi a parte, a due passi dalla stazione che qualche giorno fa ha “ospitato” la grande festa per la fermata Tav, si trova uno dei luoghi più degradati della città martire. Il parcheggio sotterraneo della stazione sembra essere uscito direttamente da un film, luogo in cui spaccio e affari loschi sono all’ordine del giorno e  della notte. Sporcizia, immondizia, giacigli utilizzati da clochard e cornice ideale delle notti brave di qualche gruppo di ragazzi. Il degrado è quindi all’ordine del giorno.

“Area Videosorvegiata”

Il cartello della videosorveglianza è l’esatta sintesi della situazione “Area Videosorvegiata“, cartello sporco e senza una “L”. Ad utilizzare il parcheggio sono pendolari e qualche lavoratore che ha l’ufficio nella zona. Dopo una certa ora l’intera area, però, diventa off limits, in particolare per ragazze e donne. La zona resta al buio e vanno in scena strani movimenti, passaggi sospetti che poco hanno a che fare con saluti a viaggiatori che partono o rientrano. Inutile dire che sono tanti anche i giovani che utilizzano l’area per mangiare e lasciano buste di fast food, cartoni di pizza e bottiglie vuote. Come se fosse un cassonetto. Le pareti piene di graffiti sono solo l’ultimo dei problemi. Una dedica d’amore non ha mai fatto male a nessuno, forse le scritte di insulti e le bestemmie potrebbero dare fastidio, quello si.

Il degrado del parcheggio sotterraneo della stazione

Il cimitero delle biciclette dimenticate

Come si può pensare di ritenere degno della città, dei pendolari, di Cassino un parcheggio sotterraneo ridotto in questo stato quando la stessa città aspira a diventare meta di corposo flusso di turismo? Inoltre non è migliore la parte alla luce, le aiuole in piazza Garibaldi sono incolte, piene di rifiuti, ci sono biciclette rotte o arrugginite abbandonate un po’ ovunque.

Qualcuno lo chiama “Il cimitero delle bici dimenticate”. Parafrasando il titolo della tetralogia che ha reso noto lo scrittore Carlos Ruiz Zafon, scomparso poco tempo fa. Ma il degrado non ha nulla a che vedere con “L’Ombra del vento“, con “Il gioco dell’Angelo“. E tanto meno con “Il prigioniero del cielo” o “Il labirinto degli spiriti“. No, proprio no, questi sono capolavori. Il degrado e l’abbandono sono un’altra cosa. Una volta si diceva che un libro non si giudica dalla copertina. Ma magari non si deve prendere proprio tutto alla lettera.

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