Lo spettacolo continua. Al Manzoni arriva Tirabassi

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Sabato 24 luglio sul palcoscenico del Teatro Manzoni, per la prima volta in assoluto, ci sarà Giorgio Tirabassi.
Uno tra i più grandi attori italiani di indiscusso talento. Uno dei volti più amati delle fiction italiane. Pochi sanno, però, che è anche un grande appassionato di chitarra.

Infatti, al Manzoni, sarà in scena con Django Reinhard, il fulmine a tre dita”, dove Tirabassi riveste il duplice ruolo di narratore e musicista. Attraverso la lettura e la recitazione, racconta i passi e gli aneddoti più significativi della vita del grande jazzista gipsy. Fra momenti ironici e passaggi commoventi, lo spettatore del Manzoni si ritroverà proiettato nell’Europa delle sale da ballo della Parigi dell’epoca precedente alla Seconda guerra mondiale. Percependone le atmosfere come avviene guardando in un film in bianco e nero.

Il fulmine a tre dita

Jean Reinhardt in arte “Django” è stato un chitarrista jazz francese di etnia Sinti. Le sue composizioni e il suo originale modo di suonare, sono stati studiati da molti seguaci, creando, nel tempo, un nuovo stile di jazz a sé, il Gypsy Jazz.

Dopo l’incendio della roulotte in cui viveva che gli provocò l’atrofizzazione delle dita, anulare e mignolo della mano sinistra, cicatrizzate insieme, Django sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria riuscendo a vincere la menomazione. Una tecnica, appunto, basata sull’utilizzo solo del pollice, dell’indice e del medio dell’arto menomato. Prima di lui, la chitarra nel jazz ha quasi esclusivamente funzioni ritmico-armoniche. Lui la emancipa in strumento solista, qual è nella musica tzigana (la sua cultura, le sue radici), e con la complicità di Stéphane Grappelli intesse dialoghi di un’eleganza ancora insuperata.

Dalla scuola di Gigi Proietti

Giorgio Tirabassi non ha di erto bisogno di presentazioni. Allievo del Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, ovvero la “scuola” diretta da Gigi Proietti. Insieme a Moreno Viglione, Mauro Carpi e Gianfranco Malorgio, porta sul palco la vita e le sonorità di Reinhardt, forse il più iconico chitarrista acustico della storia. Lo spettacolo, diviso in eguale misura tra musica e parola, è un encomio, un elogio e una prova di sconfinata stima. Attraverso le sonorità e la voce di Tirabassi, ha il potere di portarci indietro nel tempo e di farci vivere davvero quei brillantissimi anni. 

Nel progetto la musica è affidata ad una band di otto musicisti professionisti del Gypsy Jazz. Tre chitarre, un violino, due fiati, contrabbasso e batteria. Per una potenza di suoni che si preannuncia coinvolgente e appassionante.
Di facile ascolto, il Gypsy Jazz, alterna momenti ricchi di virtuosismi ad altri romantici e intrisi di malinconia: sentimenti che solo la musica manouche sa evocare, riuscendo a toccare le corde più nascoste di ognuno di noi. Per il resto c’è Tirabassi.

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